Raramente è successo che Einstein avesse torto. Eppure aveva intuito certe incompatibilità tra la meccanica quantistica e la teoria della relatività. Possibile che due particelle che interagiscono mantengano memoria
Raramente è successo che Einstein avesse torto. Eppure aveva intuito certe incompatibilità tra la meccanica quantistica e la teoria della relatività. Possibile che due particelle che interagiscono mantengano memoria della loro interazione (entanglement ), tanto che se perturbi l’una, perturbi simultaneamente anche l’altra, anche se ormai sta a grande distanza, magari fuori dall’orizzonte spaziotemporale? Quasi 90 anni Einstein fa aveva bollato questo paradosso come ‘spaventosa’ azione a distanza, ma è in realtà un fenomeno fisico assodato; l’unico paradosso è che questo effetto porta anche il suo nome: effetto EPR, ovvero Einstein Podolsky Rosen.
In anni recenti molta di quella che viene chiamata “rinascita quantistica” si basa sull’entanglement: la crittografia quantistica, il quantum computing, futuribilmente il teletrasporto (che si basa sull’indistinguibilità delle particelle).
Gli ultimi Nobel per la fisica, Aspect, Clauser e Zeilinger, studiando l’entanglement, hanno aperto la strada al computer quantistico, capace nel prossimo futuro di rivoluzionare cosa un computer è in grado di fare.
Relatore: PROF. SANDRO WIMBERGER